IL PROBLEMA, SOTTOVALUTATO, E' UN PERICOLO PER PODISTI O ESCURSIONISTI A PIEDI E IN BICICLETTA
Un'anziana donna è morta nel Sannio, sbranata da cani randagi. Una morte orribile ai danni di una persona a piedi, indifesa e con difetti di deambulazione, assalita da cani senza padrone. Ancora una volta il problema del randagismo, abbondantemente sottovalutato specie nell'Italia meridionale, finisce sotto i riflettori. Ma quante altre persone dovranno essere ancora assalite e sbranate prima che il fenomeno del randagismo venga preso seriamente in considerazione e, possibilmente, arginato? Le zone periferiche di città e paesi o le aree rurali o interne (Murgia, Gargano) sono sempre più assediate da cani senza padrone, randagi se non inselvatichiti. Il problema è ben noto soprattutto a chi specie da solo o in piccoli gruppi, si avventura lungo strade secondarie per andare a correre o a fare escursioni a piedi o in bicicletta. Il livello di attenzione generale deve essere maggiore. E' chiaro che chi non frequenta aree non urbanizzate o va sempre in auto non si accorgerà mai del problema. Ma ora che per esempio in Puglia sta crescendo sempre più l'interesse per l'escursionismo in bicicletta, si diffonono iniziative per segnalare e promuovere itinerari secondari o per produrre mappe o guide specializzate rivolte non solo al mercato cicloturistico locale ma anche nazionale e internazionale, occorre che il problema sia preso maggiormente e seriamente in considerazione anche da organismi pubblici diversi dalle istituzioni più strettamente legate al fenomeno come quelle sanitarie o veterinarie. Vanno certamente puniti coloro che, abituati alla cultura sempre più diffusa dell'usa e getta, si disfano di cani, piccoli o grandi, alla prima occasione, come con un giocattolo vecchio o non più utile. Vanno inoltre effettuate campagne per il rispetto degli animali domestici e destinate maggiori risorse alla sterilizzazione dei cani randagi. Pur sapendo che l'aggressività dei cani non si combatte con i canili.
lello sforza