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Gentile Assessore Lorusso,
la ringrazio per la risposta datami tramite la Gazzetta del Mezzogiorno del 22 agosto alle mie considerazioni - riportate dallo stesso quotidiano due giorni prima - sull'aggravamento delle condizioni di sicurezza per i ciclisti in transito lungo il sottopasso Filippo a seguito dei lavori di riposizionamento delle grate delle acque piovane e del rifacimento della segnaletica orizzontale.
Non era in discussione l'elenco delle inziative attuate o programmate da questa Amministrazione comunale in materia di mobilità ciclistica, che ha fatto bene a ricordare ai lettori, e che erano impensabili all'epoca delle passate Giunte per disattenzione, indifferenza, se non ostilità verso i temi legati al trasporto in bicicletta.
Del resto, ho redatto io personalmente a marzo 2004, su richiesta di Sinistra ecologista, il documento programmatico in materia di mobilità sostenibile ("Muoversi meglio, muoversi tutti: trasporto sostenibile e diritto individuale alla mobilità"), condiviso successivamente da una pluralità di associazioni cittadine e consegnato al candidato Sindaco Emiliano perchè divenisse asse portante del suo programma elettorale. Tale documento, sulle scrivanie degli assessori Decaro, Maugeri e Sannicando fin dal primo giorno del loro insediamento, è stato rivisto e approvato a novembre 2005 dal Tavolo tematico sulla "mobilità sostenibile" da me coordinato, all'interno della Consulta comunale dell'Ambiente, e diffuso all'interno dell'Amministrazione tramite l'Assessore comunale all'Ambiente. Quindi sarà arrivato anche sulla sua scrivania.
Detto ciò, il problema di sicurezza stradale per i ciclisti in transito nel sottopasso in questione - dove da lunedì riprenderanno i lavori nel senso di marcia verso Poggiofranco - rimane. Prima dei lavori il ciclista poteva utilizza la "banchina" (corsia laterale oltre la carreggiata) di circa un metro. Oggi quella stessa banchina è di poche decine di centimetri perchè ne è stata creata una nuova a sinistra della carregiata a protezione delle grate di scolo dell'acqua piovana a ridosso dello spartitraffico. Quindi per il ciclista ora aumenta la senzazione di pericolo perchè deve pedalare sulla stessa porzione di strada riservata ad auto e moto, mentre per l'automobilista, avere davanti un ciclista diventa un ostacolo e quindi un fastidio. Provare per credere!
Allora, cosa si può fare? E' meglio mantenere a sinistra della carreggiata una banchina ex novo che prima non esisteva (basti confrontare l'altro senso di marcia dove inizieranno i lavori per rendersene conto), o essere chiamati a rispondere in caso di incidenti, in quanto ente proprietario della strada, perchè a seguito di lavori di manutenzione straordinaria non sono state garantite, ma anzi sono peggiorate, le condizioni di sicurezza dei ciclisti? Io, al posto del responsabile dei lavori farei rifare la segnaletica, facento partire la carreggiata dallo spartitraffico - come era prima dei lavori - e ricreerei quella banchina "salvaciclisti" di circa un metro lungo il lato destro della strada.
Rispetto al suo invito a "non interrompere lo stimolante confronto con l'Amministrazione che porta ad operare sempre meglio nell'interesse della cittadinanza", posso assicurarle che questo non avverrà. Sarò sempre presente, da cittadino attento ai temi della mobilità non motorizzata per stimolare l'Amministrazione a fare sempre meglio. Del resto con il bike sharing, Bari non sta diventando come Lione?
Lello Sforza
Tecnico di igiene ambientale e ciclista urbano