Domenica 13 febbraio ciclopasseggiata per le vie rurali di Giovinazzo.
La civiltà rurale di Giovinazzo.
- Raduno ore 8.00 Parco 2 Giugno, V.le Einaudi, Bari.
- Partenza da Bari ore 8.15 ; passaggio da P.za del Ferrarese ore 8,30
- Rientro in bici, con arrivo a Bari verso le ore 16,00.
E’ un percorso facile di circa 22 k, di viabilità rurale su strade secondarie + 50 km di andata e ritorno da Bari. Il rientro è previsto nel pomeriggio. Quota di adesione € 3.
E’ necessario partecipare con biciclette in buone condizioni, dotate di cambio e freni efficienti nonché del necessario per le riparazioni d’urgenza. Il buon senso impone l’uso del casco durante la passeggiata.
Da Bari percorreremo la litoranea fino a S.Spirito per poi proseguire lungo la vecchia strada Statale. Arriveremo in Piazza Vittorio Emanuele per poi proseguire lungo la strada per Terlizzi. I siti meritevoli di attenzione sono, in ordine di visita: chiesa del Padre Eterno, chiesa di S. Basilio, Dolmen di S. Silvestro, Torre Modugno, Torre del Tuono, Sette Torri (dove è prevista una sosta per il pranzo), Casale S.Martino, Torre D.Eustacchio.
Ritorno nel pomeriggio a Bari ripercorrendo la stessa viabilità.
La civiltà rurale di Giovinazzo.
Il territorio di Giovinazzo è costellato in tutta la sua estensione di tante e divese strutture architettoniche, come chiese rurali, conventi, masserie e torri medievali e post-medievali. Alcune di queste mantengono inalterate la loro bellezza, altre, causa l’incuria, sono in stato di abbandono.
La chiesa del Padre Eterno, edificata tra il XII ed il XIII secolo sotto il titolo di S.Maria di Corsignano, ha forma rettangolare con tre campate ed abside terminale. Un agile campanile a vela indica da lontano la chiesa, più che campanile, ha tutta l’aria di un severo fortilizio, dal tipico aspetto medievale, eretto a difesa dello scomparso casale.
Chiesetta di S. Basilio, un’antichissima chiesetta completamente isolata, solo un vecchio pozzo ed alcuni annosi ulivi che la circondano. Nessn documento anteriore al XIV secolo accenna alla sua esistenza. All’interno, all’incerta luce della penombra, le nicchie, ricavate nello spessore dei muri, e la piccola cupola sorretta dagli arconi, che centra l’abside semicircolare con le tenebrose nicchie laterali, creano uno straordinario movimento che riesce ad attenuare illusoriamente l’angustia dell’ambiente ed a precorrere modelli architettonici più evoluti. All’esterno, il tetto a capanna, il braccio traverso, il tiburio quadrangolare con la copertura a piramide sono semplici espressioni di un linguaggio architettonico scarno ed essenziale.
Dolmen di San Silvestro: antico monumento megalitico eretto per dare sepoltura a personaggi illustri. Questa scoperta, datata XV-XII sec. a.C., è una tomba a galleria caratterizzata da un corridoio lungo 17 metri e da una stanza rotonda con copertura conica(tholos) inseriti in un tumulo a piana ellittica. Scoperto nel 1961, lungo la via che da Giovinazzo porta a Terlizzi.
Torre Modugno: Costruzione seicentesca munita di feritoie e caditoie.
Torre del Tuono: Bisanzio Lupis, nelle sue Cronache, la chiama Torre de lo Trono. Pare che tale toponimo le derivi dall’essere stata in passato colpito da una folgore. L’intero complesso fu completamente ricostruito dai Sagarriga nel 1663. Sorto nelle vicinanze della strada per Terlizzi, è disposto attorno ad un cortile rettangolare e comprende, oltre all’alloggio padronale, numerosi locali e una torre di difesa, sormontata da un piccolo campanile a vela.
Sette Torri: Antico borgo contadino sviluppatosi intorno ad una chiesetta che conserva immutati i caratteri di un’umile casa contadina. All’interno della chiesetta, sull’unico altare, un dipinto raffigurante la Madonna del Rosario; se non fosse per una piccola campana e per lo stemma nobiliare della famiglia Uva, incastonato in facciata, quasi certamente sarebbe difficile identificarla, così circondata da numerose villette ottocentesche.
Chiesa S.Eustacchio: La chiesa di S. Eustachio con la sua arcigna torre è tutto ciò che resta dell'antico e popoloso casale di Padula. Saccheggiato dai Saraceni e colpito dalla peste, intorno al XIV secolo fu definitivamente abbandonato dalla gente greca che lo abitava. Essa ha pianta rettangolare, absidata, coperta da cupole a vela sostenute da alte arcate a tutto sesto. Dell'antica chiesa tutto è scomparso, asportato o distrutto. Accanto, addossata alla facciata, un'alta e robusta torre con evidente duplice funzione di torre campanaria e di difesa. E' una costruzione divisa in tre piani; l'ultimo, definito da quattro archi, non ha più il tetto.
Santa Lucia: Fra le poche chiese rurali ancora aperte al culto, un tempo parrocchia di una numerosa collettività contadina che, dapprima la peste nel 1478, poi il susseguirsi delle invasioni, cancellarono in maniera definitiva.
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