6 novembre 2011
Visita al Pulo di Molfetta
a cura di RUOTALIBERA Bari
ORARI
- Raduno ore 8.00 Parco 2 Giugno, V.le Einaudi, Bari
- Partenza da Bari ore 8.15 con arrivo a Molfetta ore 10.30 circa.
- Rientro in bici da Molfetta con arrivo a Bari alle 14.00 circa.
ISCRIZIONI
Si effettuano il 6 giugno direttamente alla partenza. Il costo, comprensivo dell'assicurazione e del biglietto d'ingresso al Pulo, è di Euro 6 per i soci e di Euro 10 per i non soci alla prima escursione. Chi ne ha già fruito, dovrà tesserarsi.
Capogita Gianluca Cascarano (340-3369358) .
NOTE TECNICHE
- Lunghezza del percorso in bicicletta: 70 KM. Difficoltà: bassa
- E’ obbligatorio partecipare con biciclette in buona condizione, dotate di cambio e freni efficienti. Controllate la vostra bici in anticipo, munitevi di almeno una camera d’aria di riserva e del necessario per le riparazioni d’urgenza.
- Colazione rigorosamente a sacco. Ognuno per sé e tutti per il capogita.
- E’ consigliabile munirsi di mantellina per la pioggia e di un cambio di riserva.
- Ricordate che il buon senso impone l'uso del casco e che il viaggiare in bici non ci esime dal rispetto del codice della strada. Inoltre va rispettato il regolamento di gita.
- L’associazione non si assume alcuna responsabilità per incidenti e danni a persone o cose che dovessero verificarsi nel corso della giornata. L’iscrizione costituisce autodenuncia di buone condizioni fisiche e mentali.
- L’itinerario è a cura dell’associazione RUOTALIBERA Bari.
ITINERARIO
Raggiunta Molfetta, un buon caffè o cappuccino per riacquistare le forze dopo la faticosa pedalata (tutto in piano!!!). Rinfrancati raggiungeremo il Pulo a circa 1.5 Km da Molfetta dove, con una guida della Pro Loco, visiteremo la dolina intorno alle 11. Al termine della visita (circa un'ora), attraverso delle tranquille stradine di campagna, raggiungeremo Giovinazzo.
Una sosta al bar è d'obbligo, vista la crisi di astinenza da caffeina, e poi si riparte alla volta di Bari, percorrendo prima la vecchia Adriatica fino a Palese e dopo la complanare est, con la mente al ragù fumante che troveremo a casa.
Ci (ri)tesseriamo per il 2012? E’ una buona idea !!!
Particolari del Pulo (foto di Nino Cascarano)
Alcune informazioni (*)
Natura, archeologia e storia rappresentano per il Pulo di Molfetta, proprietà della Provincia di Bari, un unicum inscindibile all'interno di quel particolare contesto geo-territoriale che è l'altopiano murgiano, caratterizzato da dolci ripiani progressivamente digradanti verso le azzurre acque del mare Adriatico. La dolina, formazione tipica del paesaggio carsico delle Murge, si presenta come una larga voragine, con una perimetrazione di ben 600 metri, tra la campagna verdeggiante di ulivi e mandorli, a tre chilometri dalla periferia di Molfetta.
Il paesaggio preistorico
La presenza dell'uomo in questo sito ha origini molto antiche, risalendo a più di 7000 anni fa, quando la grande dolina era inserita in un ambiente forestato con larghi spazi aperti. La cavità a quel tempo doveva essere più stretta e più profonda, con uno specchio d'acqua raccolto sul fondo. Tutto intorno, sui vasti terrazzi superiori si sviluppò con alterne vicende tra 7000 e 4000 anni fa, dunque fino all’età del Bronzo, un insediamento con capanne, recinto da una muratura imponente già nelle fasi più antiche del Neolitico, con annesse aree di attività funzionali all’economia agricola e alle produzioni artigianali dell’abitato. Numerose sepolture del Neolitico ben documentano nel contempo gli aspetti dei rituali funerari delle antiche comunità. La fertilità del suolo, favorita da terreni ben drenati dall'incessante opera modellante dell'uomo sulla natura, come anche la comoda disponibilità di riserve idriche, favorì sin da subito l'attecchimento dell'insediamento umano che proprio in tale sito si distinse per la produzione di un tipo di ceramica, l'impressa “tipo Molfetta”, tra le più arcaiche del Mediterraneo preistorico.
Le suggestive grotte che numerose si aprono nelle pareti sub-verticali della dolina, interrompendo l’imponente sequenza degli strati di roccia calcarea in cui si legge ancora oggi la storia geologica della Terra di Bari, costituirono il paesaggio di sfondo per la frequentazione preistorica: fra tutte si distingue la ben nota Grotta del Pilastro, con un diramato sistema di caverne sovrapposte e intercomunicanti, dove non è difficile immaginare riti, processioni e più in generale tutte quelle pratiche funerario-cultuali che rappresentano la proiezione diretta sull'ambiente ipogeico del complesso mondo ideologico delle genti preistoriche.
Il Pulo luogo di preghiera e meditazione nel 1500
Risale al pieno Cinquecento la costruzione del convento dei Cappuccini che sovrasta maestoso lo spettacolare strapiombo del ciglio sud-occidentale della dolina. Certamente la particolare conformazione della cavità naturale, con fitta e rigogliosa vegetazione e ripari in grotta, esercitò anche sugli umili frati un forte e primordiale richiamo per tutte quelle attività connesse alla vita conventuale (colture di erbe e piante medicamentose, meditazione etc.). La presenza poi in una cavità, la Grotta 1, di un ossario ancora integro, alloggiato in un incavo nel banco roccioso che le ricerche effettuate ritengono di poter riferire alla sepoltura di componenti della comunità dei Cappuccini del soprastante convento, conferma la vocazione del Pulo quale sosta ideale per la devozione religiosa e la riflessione spirituale.
Il paesaggio minerario: una fabbrica regia di fine Settecento
La singolare dedicazione di due grotte ai regnanti borbonici Carolina e Ferdinando apre per il Pulo il capitolo di storia forse più controverso: già da tempo era stata motivo di interesse per i naturalisti. Ma la scoperta di efflorescenze di nitrati all’interno delle grotte determina un nuovo interesse, tant’è che i Borboni sostengono la costruzione di una fabbrica in loco per la produzione della polvere da sparo. Le ricerche e le operazioni di restauro, avviate dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia su finanziamento della Provincia di Bari sin dal 1997 e terminate nel 2003 con risultati particolarmente proficui per l'approccio metodologico di tipo rigorosamente interdisciplinare del progetto di recupero e valorizzazione (geologia, botanica, storia, archeologia, restauro, sentieristica naturale) hanno messo in atto un esempio possibile di tutela integrata tra ambiente e archeologia, raccogliendo la sfida del primo grande scavo di archeologia industriale nel panorama pugliese.
* Testo a cura di Francesca Radina e Maria Cioce - Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia
Panoramica del Pulo